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Di Anna Magnani si è detto tutto, se ne conosce la passione e la bravura interpretativa. La visceralità con la quale recitava i ruoli più impegnativi, tanto da diventare un’attrice amata attraverso le decadi. L’intensità con la quale affrontava la vita e il lavoro, si trasformava in timida diffidenza nei confronti delle feste sfarzose e della mondanità. Per questo spesso lei preferiva, regina della pellicola, la tranquillità di una serata casalinga.Ma non era completamente sola, con lei i suoi amati gatti dei quali si circondava in numero sempre crescente. Anna Magnani amava spasmodicamente i gatti, non solo quelli che vivevano all’interno delle mura casalinghe ma anche quelli randagi. Non era strano incrociarla per le vie di Roma, con la testa coperta da un discreto foulard, mentre si avviava cesto sottobraccio a nutrire i gatti abbandonati. Anche lei come molte e molti era una vera gattara: carica di un paniere pieno di cibo si avvicinava alla colonia felina più grande della capitale, quella Area Sacra di Torre Argentina che ancora oggi tra i suoi ruderi ospita tanti gatti abbandonati e soli. Impotente davanti al numero crescente di randagi, appena poteva correva a sfamarli per alleviare almeno un pò della loro pena. E Anna Magnani, come tutte le gattare, si muoveva silenziosa nel buio della sera condividendo con colleghe sconosciute la diffidenza da parte della città. Un pò streghe, come le soprannominavano i romani, le gattare riempivano con parole e affetto quel vuoto che circonda da sempre i randagi. Un amore ricambiato con devozione dai piccoli amici dai baffi vibranti, desiderosi solo di un pò di cibo e attenzione.

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